Ricorre giovedì, 8 agosto, il 103° anniversario della presa di Gorizia durante la Prima guerra mondiale, sesta battaglia dell’Isonzo.
E’ questa una data che dev’essere ricordata quale segno tangibile dell’identità italiana di Gorizia perché segna l’inizio della conclusione vittoriosa della guerra 1915-1918 che porterà dopo secoli al completamento del ciclo risorgimentale della nazione. Il sogno di tanti nostri connazionali per una Patria libera, sovrana indipendente, finalmente diveniva realtà».
Quella indimenticabile giornata vide nel sottotenente Baruzzi il principale artefice nell’issare la prima bandiera italiana nella città di Gorizia. Nato a Lugo di Romagna nel 1897, componente del 28° Reggimento Fanteria – Brigata Pavia, la mattina dell’otto agosto al comando di un reparto di bombardieri a mano entrava in un camminamento austriaco, accompagnato solo da quattro soldati, irrompendo nel sottopasso ferroviario di Piedimonte, trasformato in un fortino austro-ungarico, e intimava audacemente la resa a ben 200 soldati nemici. I prigionieri austriaci vennero tenuti fermi a fatica, finché alle prime ore del pomeriggio arrivarono i rinforzi. Baruzzi, allora, di corsa e accompagnato dai suoi soldati, fra scaramucce col nemico e le bombe che piovevano da tutte le parti, attraversò a guado l’Isonzo, raggiunse la sponda sinistra e quindi, arrivato alla stazione ferroviaria, issò alle 16 la bandiera tricolore. L’esercito italiano entrò a Gorizia il giorno successivo dal ponte di Piuma.
Baruzzi fu insignito della Medaglia d’oro al valor militare dal Duca d’Aosta, l’11 settembre, sul campo di aviazione di Medeuzza. L’8 agosto del 1926, gli fu conferita dal Comune di Gorizia – podestà il senatore Giorgio Bombi – la cittadinanza onoraria.
La Lega Nazionale di Gorizia accoglie l’invito del Comune ad essere presente al monumento centrale al Parco della Rimembranza giovedì alle ore 18.00 per la cerimonia con la deposizione delle corone d’alloro in ricordo di tanti Caduti per l’unità d’ Italia. La cittadinanza è invitata a partecipare.